Il 29 giugno, festa dei patroni di Roma San Pietro e Paolo, abbiamo deciso di salire in sella allo scooter e di inoltrarci, nonostante il caldo, nei meandri della città eterna che, in estate, in inverno, in autunno o in primavera, è sempre fantastica, grandiosa, spettacolare, meravigliosa vista con gli occhi di un turista occasionale (e non) appassionato di storia e fotografia. Lasceremo a parte le polemiche giornaliere sulla cattiva burocrazia, i magnamagna, il traffico ingestibile, i mezzi pubblici inefficienti, la sanità allo sfacelo, la completa assenza di regole, i furti continui, la pericolosità nell'andare in giro con una gonna in un luogo un pò più isolato.
La prima tappa è stata la città del Vaticano, piazza San Pietro. Da buoni viaggiatori abbiamo deciso di comprare una guida dettagliatissima di Roma nonostante sia la nostra città natale. Siamo consapevoli che nella città eterna ogni angolo, ogni scorcio, ogni via possiedono una storia centenaria se non secolare ed è proprio per questo che ormai, anche solo per una cena romantica, quella è diventata la nostra Bibbia.
La prima tappa è stata la città del Vaticano, piazza San Pietro. Da buoni viaggiatori abbiamo deciso di comprare una guida dettagliatissima di Roma nonostante sia la nostra città natale. Siamo consapevoli che nella città eterna ogni angolo, ogni scorcio, ogni via possiedono una storia centenaria se non secolare ed è proprio per questo che ormai, anche solo per una cena romantica, quella è diventata la nostra Bibbia.
Abbiamo scoperto che posizionandosi sui dischi di porfido presenti sulla piazza si vedono tutte le colonne allineate perfettamente l’una dietro l’altra come se, per magia, si fossero mosse.
Dopodiché siamo saliti di nuovo per una passeggiata al parco di Villa Borghese, uno dei più estesi di Roma, delimitato da ben nove ingressi che ne consentono l’accesso dai quartieri centrali della città, Pinciano, Flaminio e Salario. Il nome della villa deriva dalla prima residenza del Cardinal Scipione Borghese. E' tra le ville romane una delle più ricche di testimonianze artistiche e paesaggistiche. Al suo interno racchiude edifici, sculture, monumenti e fontane, opera di illustri artisti dell'arte barocca, neoclassica ed eclettica, contornati da alberi secolari, laghetti, giardini all'italiana e grandi spazi liberi. Per la sua incredibile concentrazione di musei e istituti culturali, la villa è definita "Parco dei Musei".
Ma la méta principale della nostra gita era un altro. Castel Sant'Angelo e la festa della Girandola. Castel Sant'Angelo non è solo una fortezza o una prigione. Con il suo adattamento a residenza pontificia, assume su di sé tutte quelle prerogative proprie di una dimora principesca rinascimentale. Diviene dunque teatro di feste e banchetti celebrativi, di intrattenimenti e spettacoli teatrali, che si susseguono numerosi soprattutto a partire dal pontificato di Leone X (1513 - 1521). Il papa Medici - amante della vita mondana, che ama circondarsi di buffoni e poetastri e si diletta egli stesso a comporre versi - mostra una spiccata predilezione per le rappresentazioni teatrali, che fa allestire di sovente in Vaticano e in Castel Sant'Angelo. Tra quelle rappresentate all'interno del castello la più nota è certamente i Suppositi, commedia di Ludovico Ariosto portata in scena nel 1519, che può avvalersi di scenografie disegnate da Raffaello. Sono frequenti anche i balli e gli intrattenimenti musicali, ed il castello ospita spesso musicisti e suonatori convocati dalla Curia con il compito di allietare feste e ricevimenti oltre che fornire un adeguato accompagnamento alle celebrazioni liturgiche. Questi spettacoli, con il loro fasto e la loro grandiosità, costituiscono un efficace strumento di propaganda politica e di creazione di consenso intorno alla figura del pontefice. Non tutti gli intrattenimenti, tuttavia, sono riservati ad una ristretta elite di potenti: la girandola - documentata a partire dal 1481 - è allestita a beneficio dell'intera cittadinanza, in occasione di feste e celebrazioni. Questo grandioso spettacolo pirotecnico è ottenuto grazie a enormi macchinari sistemati sulla sommità del Castello: attraverso l'accensione di razzi, bengala ed altri fuochi d'artificio si generano disegni fantastici, che avvolgono il castello trasformandolo in un luminoso fiore notturno. Con grande delizia degli spettatori la girandola rimane in uso fino al 1886, anno in cui viene abbandonata a causa delle lesioni apportate dalle ripetute esplosioni a stucchi e decorazioni dipinte delle sale sottostanti; ulteriori danni vengono riportati anche dall'Archivio pontificio: per formare i cartocci per la polvere pirica, infatti, non si esita ad utilizzare i documenti curiali.