Lione, città francese che degrada dall'alto della collina di Fourvière fin sulla riva destra della Saône, si estende sulla penisola contenuta tra la rive sinistra di detto fiume e la riva destra del Rodano.
La Lione antica (le vieux Lyon) si estende solcata da vie strette ed impervie, con abitazioni dagli alti camini, dipartendosi nei tre rioni di San Paolo a nord (banchieri), di San Giovanni (commercianti) al centro, e di San Giorgio (operai, specie della seta), a sud. Le abitazioni di tutti e tre i rioni sono arroccate intorno alle chiese, da cui desumono il nome, e ne sono baluardo e difesa. La città vecchia, dato il suo fascino e la sua bellezza, fu inserita nel 1998 nella lista dei Patrimoni mondiali dell'Umanità.
Il suo monumento più insigne è la cattedrale di San Giovanni dalle forme gotiche e romaniche da cui è possibile ammirare la fontana situata sulla piazza, che rappresenta la scena del battesimo di Cristo.
I vari locali si possono raggiungere percorrendo le strade ricche di negozi di specialità gastronomiche o infilandosi in uno dei tanti traboules che collegano molti degli edifici più vecchi e storici della Croix Rousse. Lione è anche la capitale della seta, che vi si tesseva già nel 1500 e che ancora viene lavorata e dipinta in parecchi ateliers, mentre musei in tutta la regione ne raccontano la storia. E per aggiungere ulteriore appeal a una regione già molto dotata, bisogna ricordare i numerosi formaggi che vi vengono prodotti (emmental a pasta cotta non pastorizzata, reblochon a pasta grassa e bionda, beaufort dal sapore di nocciola, vacherin morbido e cremoso, chevrotrin cremoso di latte di capra, abondance dal gusto leggermente salato, solo per citarne alcuni).
Nel punto in cui due fiumi, il Saona e il Rodano, si incontrano nasce il quartiere che punta a diventare un'icona dell'arte, dell'architettura e delle avanguardie, questo si trova lontano dai soliti itinerari e sorge in una vecchia zona industriale, dove ex fabbriche sono state riconvertite in edifici e gallerie d'arte. Il vecchio quartiere industriale dal 2003 sta vivendo una importante trasformazione e sarà sempre più laboratorio per la creazione di nuovi spazi sostenibili e di architetture all'avanguardia. La riqualificazione della vecchia area industriale ha coinvolto grandi nomi dell’architettura mondiale da Herzog & De Meuron, Kengo Kuma a Massimiliano Fuksas.
Il viaggio a Le Confluence inizia dall'iconico cubo arancione, il Pavillon des Salines, un edificio fluorescente disegnato dallo studio Jakob + McFarlane. Il grande buco che potete notare nell'angolo della costruzione non è una rifinitura estetica, ma una soluzione per raffreddare l'edificio.